NZ (o anche) la zona al contrario - Extract from T.F.Y.L. Project: The Forty Years Later Project. (1980-1981>2017)


Per l'editore IkonaLiber di Roma nella collana Syn scrittore di ricerca diretta da Marco Giovenale è uscito a marzo 2024 il mio libro NZ.

https://www.ikona.net/antonio-syxty-nz/

Trascrivo qui una nota per il lettore che lo accompagna:


Questo libro è un estratto da una raccolta di scritti che sono parte del Primo Famoso e Improbabile Archivio di Antonio Syxty. 


L’Archivio si definisce e si presenta al mondo con un nome d’avventura voluto probabilmente dal suo stesso Autore e fa parte di un progetto più ampio denominato T.F.Y.L. Project: The Forty Years Later Project. Un progetto che si manifesta 40 anni dopo il suo inizio, più o meno, e non si sa perché.

NZ (con il titolo esteso di Nuova Zelanda) fa riferimento a una performance/happening avvenuta nel 1980 a Milano alla discoteca 2001 in Via Forze Armate. 


Come per altri materiali di scrittura di questo archivio (in alcuni casi definito anche come Catalogo) potremmo aggiungere che il procedimento adottato segue una linea di progettazione che si articola per snodi, incroci e sovrapposizioni. All’origine c’è un  soggetto che “inizia a scrivere” prima di ogni altra azione. Seguono poi altre azioni: disegni, mappe, accumulo di immagini, musiche, suoni e frammenti di ogni tipo. 


In NZ il soggetto è area geografica, ma anche confine, e scia di ipotesi di azione (performance) attraverso il corpo-parola, corpo-immagine, e poi infine corpo-fisico per l’azione. 


La procedura è per accumulo: scritti, disegni, fotografie, depliant, cartoline, qualunque frammento utile che possa rientrare in un flusso e che ha lo scopo di generare quella che si impone come “frequenza”. Il corpus è governato da cuciture-letture-riformulazioni, agite in un arco temporale di 40 anni.

La frequenza una volta attivata compie le sue scelte: include e esclude in modo sempre euforico e seriale - obbedendo a un dettato piuttosto misterioso e inspiegabile, agendo in modo del tutto arbitrario, aleatorio, metamorfico.

E trascrivo anche una serie di note intorno al progetto che avevo mandato a Marco Giovenale durante la lavorazione del libro: 

Appunti per NZ 

(disposti in modo casuale) 

A favore di Marco Giovenale 



> ( dati reali )


NZ (con il titolo esteso di Nuova Zelanda) è risultato essere una performance/happening a Milano alla discoteca 2001 in Via Forze Armate. 


L’evento - avvenuto nel 1980 - era inserito in una rassegna curata da Franco Quadri (critico militante che in quegli anni scriveva per il settimanale Panorama, e talent scout di proposte fra performance, arte e teatro). 


La rassegna - se non ricordo male - era finanziata dalla Provincia di Milano ed era titolata TeatrArt. si svolgeva in vari luoghi di Milano (sempre se non ricordo male Rossella Or fece una performance alla piscina Cozzi di Milano in Viale Tunisia). 


Io avevo esigenza di progettare il mio lavoro in una grande discoteca come luogo di transizione emozionale e identitaria. Con il senno di poi penso fosse tutta una scusa. Credo che la scelta fosse dovuta al fatto che negli anni del liceo classico (77-78) avevo fatto molta esperienza come disc-jockey, e quello era diventato il mio lavoro mentre studiavo, prima di venire a Milano.


> ( concept e procedure del mio lavoro in NZ )


In NZ la sequenza/vibrazione alimenta il soggetto che si costituisce in forma di autoritratto (corpo): presenza, testimonianza, apparizione, sparizione e via di seguito. (Il pensiero è sempre identico: noi siamo l’opera)


NZ è anche un autoritratto inteso come azione politica, nel contesto di una comunità (altri corpi/autoritratti) e in un procedimento che è azione-relazione-contesto-azione.


NZ/Autoritratto si declina come spostamento e falsificazione dei piani geografici-identitari-causali. Autoritratto inteso anche come avventura del linguaggio, come spostamento, sovvertimento, deriva: situazione.


L’idea è che una biografia/autoritratto/opera possa creare continue derive di senso e accadimenti. 


Luoghi e date che si contraddicono, ma che agiscono in un arco di tempo (reale) indicato nella prima pagina di NZ-Libro. 

#1: Nuova Zelanda, 1980 

#2: The New Zealand Project (riesumazione, realoded, reenactment) 1981-2017

#3: NZ il Libro: Ikona Liber, 2025 (riapparizione, reckoning, legacy)



In NZ-Libro la trascrizione-dettatura comporta lo spostamento nel tempo di avvenimenti e parti di progetto, danneggiando e ibridando (una volta si diceva contaminando) le forme e i contenuti. 


Così il linguaggio muta a favore di: biografie, carteggi, dialoghi, registrazioni audio e video, fatti o avvenimenti, o semplici interferenze sonore e di scrittura nell’ottica di una collezione/catalogo/diario senza intenzioni precise. Quasi una meditazione sul vuoto alla John Cage, o una compilazione/artificio sull’idea del Grande Vetro di Marcel Duchamp, o anche un comportamento situazionista e disobbediente alla Guy Debord.


Io penso che noi siamo un processo di accumulo. E i soggetti-produttori implicati in NZ-Libro sono di invenzione (inventati nel 1980): Oh-Art! e Antonio Syxty Fan Club (ASFC) intesi come “uffici per smistamento pratiche”.





> (tabella dei valori)


E’ una tabella di riferimento che riguarda possibili connessioni in riferimento a NZ-Libro)


> valori del tempo

On Kawara, Hsieh Tehching, Marcel Duchamp 


> valori del segno

Sol LeWitt, Donald Judd, Frank Stella


> valori del corpo

Vito Acconci, Chris Burden, Bruce Nauman, Joseph Beuys


> valori del suono

John Cage, Terry Riley, Steve Reich, Philip Glass, La Monte Young


> valori della visione

Jonas Mekas, David Lynch, Orson Wells, Michelangelo Antonioni



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