Parlatorio: un' occasione del teatro




Ho sempre pensato che il teatro dovesse necessariamente esprimersi in un comportamento. Un comportamento fra esseri umani e di esseri umani.

Quando ho iniziato a farlo - molti anni fa - è stato proprio per via del comportamento. Ero e sono tutt’ora curioso di come una persona o un gruppo di persone si comporta in uno spazio neutro alla vita, ricreato da situazioni e narrazioni.


Infatti - a distanza di tempo - il testo o i testi, anche i più grandi e scritti dai più grandi, sono sempre stati per me un pre-testo per mettere in atto dei comportamenti agiti da corpo, voce e sentimento. Una pratica del teatro forse anomala, che non ha mai cercato nell’interprete o nell’autore uno scopo diverso.


Quando alcuni mesi fa mi trovavo all’estero - in un paese in cui il comportamento pubblico e sociale è all’opposto del mondo occidentale in cui vivo - ho pensato che fare teatro (nel mio caso fare il regista) non necessariamente mi metteva nelle condizioni di conoscere le persone più giovani di me che hanno studiato e praticato il teatro come una possibilità di comportamento individuale, professionale, politico e sociale. 


E allora mi è venuto in mente di creare un parlatorio in cui ci si possa incontrare in 2 e conoscere (io regista) la “persona” del teatro (attrice/attore).

Uno spazio in cui io possa incontrare e conoscere chi è più giovane di me e ha questa forma di desiderio che è il teatro.



Perché Parlatorio è un luogo (una stanza per le prove di teatro in un teatro a Milano) e poi è anche “un tempo” che non ha nulla che fare con il tempo dell’audizione o del “provino”.


Nessuno viene messo alla prova, e nessuno sarà scelto per lo scopo di una produzione o di uno spettacolo, ma si potrà parlare di sé e provare a “lavorare con il teatro” per il tempo che si vorrà dedicare a questo.


Parlatorio è quindi un momento di vita e di lavoro, come dovrebbe essere il teatro. E’ un momento di lavoro fuori dalla “forma” (audizione, produzione, spettacolo).

Ho voluto dedicare Parlatorio solo a chi è di  una generazione diversa dalla mia e che  si interessa e pratica forme di interpretazione e rappresentazione attraverso la propria persona.

Ho escluso altri (altre figure professionali) che si occupano di regia, scrittura, allestimento, linguaggi multimediali connessi allo spettacolo, per il semplice motivo che in quel caso si ipotizza già una “forma” che non è inerente allo scopo.


Un'ultima considerazione riguarda l'aspetto "privato" di Parlatorio. 

Ogni incontro verrà registrato su video a scopo precauzionale per entrambe le parti, con la firma di una dichiarazione di responsabilità. Questa registrazione sarà esclusivamente conservata come archivio privato all'interno della struttura teatrale di cui faccio parte, allo scopo di prevenire possibili malintesi o abusi. 

Purtroppo, viviamo in un'epoca in cui la fiducia tra le parti sta scomparendo, e dato che Parlatorio è un momento di natura privata, non dovrebbe essere utilizzato al di là del suo scopo strettamente professionale, come di fatto è.


Non credo si possa dire altro per il momento.

Solo un link per chi è interessato dove poter leggere modalità e contatto: https://www.mtmteatro.it/progetti/parlatorio/

Parlatorio è aperto.

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