RFS - Piccola cronaca - 28 Gennaio




Lunedì 28 gennaio
Sessioni di lavoro

Ore 10:30: la famiglia (Romeo, Ivana e Andrea)...

Ci ritroviamo nella stanza 3 (i soldi) con il piccolissimo Romeo, Ivana e Andrea.

Dopo i primi momenti di lavoro ci appassioniamo a uno scambio di vedute sulla presenza del piccolo Romeo e del coinvolgimento che provoca in chi guarda il lavoro di Ivana e Andrea e in loro stessi, che lavorano con il loro figlioletto.

Probabilmente tutti avevamo sottovalutato questo coinvolgimento che ci rende partecipi di una vera e propria pensiero alquanto scontato e al quale non avevamo dato peso: Romeo rappresenta l’anti-progettualità performativa e artistica in quanto è lui stesso la performatività allo stato naturale originale primigenio. Lui è la vita che cresce e si sviluppa e quindi non è soggetto ad alcun compito. Non gli si può attribuire nessuna funzione di rappresentazione perché è lui stesso la rappresentazione vivente della vita che si evolve.

Ecco perché non siamo noi a guidare Romeo ai nostri scopi ma è lui a farlo con noi, senza intenzione ma puramente perché cresce. 

Una vita - la sua - che diviene ( è in divenire) e si sviluppa secondo linee e regole che ci coinvolgono per il tempo che lui abita e vive nella stanza di RFS a lui affidata.
Quei dieci giorni in cui il pubblico è invitato a visitare RFS Romeo crescerà secondo un processo naturale. Quello sarà il suo unico scopo.

Il coinvolgimento che provoca questo pensiero è ancora più forte per Ivana e Andrea che si trovano a dovere essere esposti agli occhi dei futuri visitatori nella loro intimità più profonda, nella loro cura come genitori e come artisti. 

I ruoli a questo punto si confondono e si sovrappongono, si fondono e si alterano a vicenda in un processo organico e concettuale allo stesso tempo, davvero interessante.











Qui mi viene in mente un pilastro dell’arte moderna come Joseph Beuys . 
A metà degli anni Sessanta, Joseph Beuys manifesta la sua concezione di creatività con la frase «Ogni uomo è un artista»: secondo lui l’atto della creatività e quello di libertà coincidono.

Ecco, a questo punto, Susanna Ivana Andrea e io ci limitiamo a circoscrivere la presenza del piccolo Romeo che ci guarda e con i suoi occhi apre una voragine di riflessioni sull’atto artistico e sull’atto vitale.

Acting life o anche life acting? 
Oppure:  Art is not the most precious manifestation of life. Art has not the celestial and universal value that people like to attribute to it. Life is far more interesting, tanto per citare un’altra grande personalità dell’ arte come Tristan Tzara.


Come si può intuire da queste poche righe che descrivono in modo maldestro le nostre riflessioni nei momenti di lavoro che coinvolgono Ivana Andrea e Romeo, ciò che avevamo intuito coinvolgendo un gruppo familiare all’interno di RFS ci si è riproposto in modalità sorprendenti e inconsuete, costringendoci a cercare di formulare un pensiero su ciò che stiamo mettendo in atto nella stanza 3

(to be continued)

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