WE EXIST IN ORDER TO BE HAPPY

 



Nel dicembre 2024 ho pubblicato con la casa editrice indipendente Benway Series di Mariangela Guatteri e Giulio Marzaioli - nella collana I Fogli - il Foglio N° 14 dal titolo "WE WE EXIST IN ORDER TO BE HAPPY". https://benwayseries.wordpress.com/2025/04/02/we-exist-in-order-to-be-happy-il-video-della-presentazione-marzaioli-e-guatteri-occupano-la-finestra-di-syxty/

Se siete interessati a questo link trovate la presentazione del Foglio 14 su La Finestra di Antonio Syxty

https://www.youtube.com/live/HvgoeAY6nZk?si=4BzOWyhqIxSz-vjS

Qui di seguito pubblico alcune note e riflessioni in merito a questo mio lavoro, che nei fatti abbraccia in qualche modo una traccia di quello che è stato il mio lavoro nel corso degli anni nei vari ambiti e linguaggi artistici in cui ho operato e continuo a operare.

Appunti intorno a WE EXIST IN ORDER TO BE HAPPY -

Foglio 14 - Benway series - 2024 - Antonio Syxty


La zona


Nel mio lavoro sono sempre partito da una “zona” - influenzato fin dall’adolescenza da una fascinazione per il territorio concettuale in cui si svolgerà l’azione artistica.


L’azione è prima di tutto pensiero, che poi si declina in gesto e comportamento.

Il gesto è  anch’esso corpo e azione nella zona di pertinenza pre-scelta.


In che modo viene scelta la zona/territorio/pensiero è argomento per me di sperimentazione parallela al mondo reale, del quale diventa ri-scrittura.


Esiste il reale e allo stesso modo esiste la zona, che ne diventa specchio, riflesso (riflessione), rifrazione, copia e deriva dell’originale.


La zona/pensiero si espande e circoscrive, valica se stessa nei confini e diventa possibile nell’azione/comportamento, che a sua volta non ha scopo, non ha intenzione, è un motore immobile di se stesso, significa se stesso e non si collega a qualcosa che possa essere definito messaggio in alcun modo e in alcuna forma.


E’ una forma di vita euforica, che contiene anche la possibilità di cancellarsi, nella sua aleatorietà.


La cancellazione


Per il mio lavoro è uno degli assi portanti del pensiero/azione. 

Le azioni artistiche esistono per cancellarsi. Non hanno nessuna intenzione se non quella di esistere per se stesse sono approntate per la manipolazione del linguaggio.

La cancellazione è una forma di scrittura per me praticabile e necessaria.


L’identità 


Ogni zona è teatro/scrittura di identità. L’identità viene contraffatta, alterata, si cancella, si rigenera in altre possibilità e ipotesi in grado di spostare continuamente l’azione e il dato del reale (realtà politica), riflesso nella zona.


Ogni identità è accumulo di dati e frammenti derivati da continui spostamenti (dati reali) riflessi nella zona di partenza.


L’identità è accumulo di segni e percorsi del tutto arbitrari, per nulla logici, fortemente aleatori e inseriti in un flusso (Fluxus).


Il Foglio 14


Quando ho iniziato a ideare il foglio per Benway, la mia prima intuizione è stata quella di immaginarlo come una serie di “vignette”, come una sorta di graphic novel destrutturata e anti-narrativa, assemblata attraverso segni e accumulo di dati che - sempre, nel mio caso - si dichiarano quasi per scrittura automatica, auto identificandosi, in una cancellazione e progressione mutante, messa in atto da una situazione fatta di continue derive di se stessa.


Poi il progetto è cambiato e alla fine ha trovato una composizione centrata sul corpo e sul corpo/azione e corpo/stasi.


Così è diventata una scrittura che ha come tema il corpo come deposito, come mappa, come cartografia di eventi e possibilità, come tempo, memoria e testimonianza, come inganno e utopia.



Vedi il Foglio 14:


Questo lavoro - in particolare - è originato da una pietra d’inciampo, intesa come avvenimenti e accadimenti, o anche come manoscritti ritrovati (artefatti, reperti, movimenti compulsivi, falsificati, anche compromessi).


La pietra d’inciampo - in questo caso - scarta dal percorso iniziale di una grafic novel concettuale in una deriva che diventa “monolito nero” (ricordate Odissea 2001/Kubrik?), manufatto di origini misteriose (o anche libro del corpo e per il corpo).


Libro-foglio che diventa memoria, iscrizione di una condizione umana, iscrizione di/per un comportamento, anche riflessione sul tempo e finzione di un tempo/memoria, un tempo/scarto, una deriva del corpo.



Lato A:


Dettaglio della mappa/progetto per una costruzione funeraria reale, da collocarsi in un luogo/zona reale del nord Italia. 


Una architettura progettata dal corpo (architetto/geometra) per il corpo (famiglia commissionaria).


Annotazioni, disegno e parti di un computo (parziale) di azioni e zone di interesse e manifattura (documento originale riportato in scrittura, manipolato, manomesso (formattato, ingranditi, in parte cancellato). 


Somma di dati inconcludenti: parte del tutto che viene volutamente omesso (non essenziale allo scopo/riflessione).


Parte di mappa e disegno architettonico che diventa a sua volta carta/corpo/scrittura (foglio,appunto), anche reperto e frammento di verità.


Anche questo lato del foglio è corretto a mano, cucito o ricucito da due frammenti apposti in una sorta di montaggio, spezzone di film, scarto di una sequenza girata e parzialmente utilizzata ai fini del flusso narrativo/documentale.





Lato B:


Sulla carta del progetto/mappa, disegno architettonico vengono riportati anfratti e porzioni  di scritture, lapidi, riassunti, echi di azioni, corpi e pensieri intorno al tempo e alla dimensione del corpo, dell’arte e dei mestieri.


Sono dubbi/riflessi di bassa filosofia, apparentemente ordinati (ma disordinati a loro volta nei nessi e nelle cuciture di senso)


Puzzle, rebus, mappa, cartografia, incisioni?


Essi si dividono per:


Corpi/oggetto: arnesi , manufatti, installazioni idrauliche (liquidi/flussi)


Corpi animali: predatori e vittime.


Iscrizioni: bugie, sentieri (disordine, travaglio, paia, passivo)


Documenti ispirati a: arte (il Grande Vetro di M.D.) architettura e performance (azione documentale di gesti e rilevamenti)


Le Istruzioni per l’utilizzo della mappa

e gli Uffici per la Tutela e Sicurezza Nazionale:


Sono il reagente chimico per la cancellazione del tutto.



Considerazioni sul titolo del Foglio 14:


Fra i vari titoli proposti, gli editori (Mariangela Guatteri e Giulio Marzaioli ) hanno scelto We exist in order to be happy.


Questo titolo fa parte di una serie di mie opere visive su tela del 2015, che prospettavano una riflessione/provocazione sul “senso” dell’esistenza attraverso la declinazione di manufatti primitivi/esoterici/alchemici.


La frase-titolo del Foglio 14 si presenta come destino e utopia. 

La frase è volutamente presuntuosa e pretestuosa.

La frase del titolo “gioca un ruolo sporco”.


Allo stesso tempo è anche una riflessione/rifrazione della condizione del corpo nell’ipotesi di una stasi o di un riposo, nell’interno/esterno di una architettura progettata allo scopo.


Nel titolo è anche custodita una falsa chiave di accesso all’intero Foglio.


(to be continued) 


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