GETSEMANI: la prima parte dell'esperienza

Il 15 di dicembre si sono concluse le repliche della performance Getsèmani  / Part 1 e siccome considero questo blog un giornale di bordo volevo riportare alcune annotazioni dopo questa esperienza che è stata molto intensa per noi che l'abbiamo condotta e per quanti hanno voluto partecipare.


(un momento della 'simulazione' con la luce del pomeriggio)

Getsèmani è stata una performance ambientale/relazionale e questo significa che si svolgeva in alcuni luoghi all'esterno e poi all'interno di Palazzo Litta, come in un 'cammino' intervallato da alcune 'stazioni' che andavano dall'androne del portone di accesso al Cortile dell'Orologio fino all'interno della Sala La Cavallerizza.


(un momento della 'simulazione' con la luce della sera)

Questo che io definisco 'cammino' e poi 'le stazioni' in cui si sostava erano 'messe in atto' dagli attori/performer in relazione a quanti sono venuti a vedere Getsèmani, che preferisco non definire pubblico, ma 'partecipanti'. Infatti loro hanno partecipato con noi in alcune semplici azioni, svolte nel silenzio e messe in atto solo attraverso lo sguardo e l'empatia dei gesti vissuti dagli attori/performer insieme ai convenuti.


(un momento della 'simulazione' con la luce del pomeriggio)

Tutto il percorso aveva una durata di 50 minuti circa e si svolgeva per 2 volte consecutive (alle 19.30 3 alle 20.30) e per sole 30 persone alla volta.
Alcune volte il primo 'turno' si riempiva e il secondo si svolgeva con 4 o 5 persone. L'esperienza era la stessa, intensa e commovente allo stesso modo. Altre volte era il turno delle 20.30 a riempirsi e invece c'erano solo poche persone alle 19.30. Per noi che eseguivamo le azioni era come mettere in atto un'azione ugualmente forte e significante, oserei dire rituale, sia che ci fossero poche persone o che ce ne fossero molte, cioè 20 o 30.


(un momento della 'simulazione' con la luce della sera)

Questo progetto - che proseguirà in giugno 2020 - con la seconda parte ci ha profondamente colpiti per la partecipazione emotiva di quanti hanno fatto con noi l'esperienza e che ci hanno manifestato i sentimenti provati in questo percorso di 50 minuti.

Voglio riportare le parole di chi ha vissuto con noi questa esperienza e poi ha voluto scriverci:

<<Un percorso teatrale fatto di sguardi e movimenti, di musiche e sensazioni tattili, in cui il sacro e il profano, il passato e il presente si specchiano e si allargano fino ad includerci. Allora Gesù o Lazzaro, Maddalena Marta o Maria, possono diventare ciascuno di noi: indossare cappotto e cappello di lana e attraversare il cortile dell'orologio di Palazzo Litta, cadere sulle scale o essere sostenuti dalle braccia di chi è al loro fianco, spingerci a varcare più soglie o a calpestare foglie già cadute, dormire in un androne o accoccolarsi con noi in un sudario; e i santi possono scendere dalle loro nicchie e abbracciare chi li cerca, gli attori possono prendere per mano gli spettatori e lasciargli nel palmo un bigliettino arrotolato con un frammento di Vangelo, e i telefonini fondersi in un cicaleccio di messaggi preregistrati... una performance che è viaggio nella memoria e nel nostro stesso domani, nel silenzioso ascolto di ciascuno di noi. Un itinerario che si compie da soli e accompagnati, tastando i muri di pietra, reimparando cosa significa sentire con tutti i sensi, imbevuti di dolcezza e di quella commozione che sale a tratti quando si è sfiorati dall'aria della sera e dal riconoscimento della bellezza.>> Monica S.V.


(backstage)
E ancora un altra:

<<Un’esperienza collettiva affascinante e coinvolgente. Un respiro sospeso che avvolge il percorso e gli spazi di un allestimento incantato, puramente spirituale e altamente celebrativo. Ma non in senso formale e religioso, bensì in una dimensione densa e materica, intrisa di pura valenza umana laicamente cristiana e teatralmente celebrativa allo stesso tempo. Una performance sorprendente, dilatata nei tempi, lungo percorsi intimi sostenuti da una scelta musicale contemporanea raffinata e colta. Lieve e delicato, ma potente sul piano simbolico, l’organico fluire dei movimenti che riescono a garantire una continuità emotiva e partecipativa, oserei dire solenne e al contempo stupefatta e ricca di richiami simbolici. Un lavoro assolutamente di un livello raffinatissimo e magico. Un rituale profondamente sentito e condiviso con un pubblico  che diventa parte integrante del tutto.
Un grazie a Antonio Syxty, a Susanna Baccari che ha curato i movimenti, agli attori e tecnici, e una menzione particolare per l’installazione e i pannelli “materici” che decoravano magnificamente le pareti antiche della sala della cavallerizza.
Magico...>> Pier Luigi G.

Ci sarebbe ancora molto da dire su questo progetto che abbiamo messo in atto con sincerità, fatica e coscienza e che vogliamo continuare e riproporre alle persone che non hanno potuto partecipare, ma non voglio farlo ora. Mi riprometto di farlo e raccontare il lavoro svolto insieme a Bruna, Gabriele, Massimo, Nicole, Susanna, e a Susanna Baccari che ha saputo intuire con passione la direzione in cui volevo andare e spingermi.

A presto.

P.S. Queste che ho pubblicato sono fotografie 'un po' di tutti' durante i giorni che abbiamo 'vissuto' insieme e che vivremo presto al prossimo segmento del progetto Getsèmani/Gesù.



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