GESTEMANI /PART 1 / DAL 10 AL 15 DICEMBRE (continua)
Il progetto oggi. (Milano, dicembre 2018)
A distanza di molti anni mi sono finalmente deciso, utilizzando una forma di esposizione del progetto in forma di performance ambientale e visiva, relegando a me stesso e ad alcuni performer/attori l’azione e il comportamento relativo un progetto che nasce a questo punto necessariamente de-strutturato rispetto alle idee e alle forme teatrali più convenzionali.
In realtà Getsèmani è solo la Parte I del progetto più generale, che ho voluto strutturare ancorandolo ad alcuni luoghi specifici del racconto dei Vangeli del Nuovo Testamento:
GESU’
A Project
in
Getsèmani + Tempio + Golgota
a sua volta Getsèmani si articola in Part I e II
GETSEMANI
Part I
si compone di
Magdalena Piece + Lazarus Piece
GETSEMANI
Part II
Ma voi chi dite che io sia?
Di fatto il progetto non si sviluppa su una linea cronologica o temporale rispetto agli avvenimenti narrati dal Nuovo Testamento, ma utilizza il Nuovo Testamento dei Vangeli come una ‘mappa aperta’ di ispirazione per le azioni, le installazioni visive e ambientali, e le ‘proposte relazionali’ che si andranno definendo fra i performer e il pubblico che vorrà intervenire e quindi far parte del progetto, o essere inglobato nel progetto.
I luoghi del progetto.
Gli Esterni e poi gli Interni o vice-versa.
In generale non ci sono luoghi necessari per lo sviluppo di esposizione dell’intero percorso.
Questi luoghi vanno ancora tracciati e non sono necessariamente da annoverare fra i luoghi convenzionali allo spettacolo dal vivo in genere.
Possono essere degli esterni di edifici, case, quartieri, paesi, città, e così via, comprendendo e privilegiando i luoghi naturali quali boschi, radure, montagne, colline, laghi, spiagge.
Gli esterni, là dove è possibile potranno mettersi in relazione con degli interni, ma ogni cosa ha un suo tempo di immaginazione e attuazione.
I tempi del progetto e le sue fasi.
Lo stesso vale per il tempo del progetto. Non è strutturato in un tempo di studio-esposizione necessariamente organizzato in una scansione precisa di uno o più anni.
Concettualmente il tempo va messo in relazione ai versi in Matteo 6, 25-26
Che cos’è Getsèmani, allora?
Al momento di questo scritto Getsèmani è prima di tutto un pensiero, poi una traccia fatta di segni e scritture, e poi un desiderio animato da continue suggestioni avvolte nel loro necessario involucro/bozzolo di mistero.
Se vogliamo tracciare un primo percorso di azioni che - di fatto - potranno andare a concretizzarsi, mettendole in fila come in una tessitura o in una mappa possiamo presagire: tempo, corpo, appuntamento, testimonianza, presenza, relazione e azione, pane, acqua, piante, parola, scrittura, gesto, sguardo, ascolto.
Il progetto oggi ( Milano. Ottobre 2019)
(dal foglio che verrà messo a disposizione nelle serate di esecuzione della performance.)
(n.) 1.
Il Getsemani (parola aramaica che significa frantoio) è un piccolo oliveto poco fuori la città vecchia di Gerusalemme sul Monte degli Ulivi, nel quale Gesù Cristo, secondo i Vangeli, si ritirò dopo l'Ultima Cena prima di essere tradito da Giuda e arrestato. ( fonte Wikipedia)
Il Getsèmani a cui mi voglio riferire non è quello storico/geografico. Questo per evitare ogni velleità di rappresentazione. Mi sembra più interessante estendere il significato simbolico di un luogo così conosciuto. L’intenzione è quella ‘praticarlo’ su un piano che ha a che vedere con una condizione umana, la condizione in cui vogliamo metterci.
Quindi il Getsèmani che vogliamo indicare è un luogo altro (un palazzo nel centro di Milano). Questo luogo altro è prima di tutto fisico, e poi mentale e di azione.
(...)
(n.) 3
Agire, quindi azione. Azioni.
Tutte le scelte che noi + voi facciamo per Getsèmani, sono azioni. Le nostre azioni causano le vostre e viceversa.
Ogni azione ha un significato nella nostra vita quotidiana. Anche la più minima, la più nascosta e recondita, la più arbitraria, la meno evidente, la più abitudinaria. Noi siamo fatti di azioni e significhiamo la nostra esistenza per azioni.
(Getsèmani è un’azione arbitraria in un intervallo di tempo.)
Le azioni sono prodotte dal corpo e dalla mente, dal cuore e dalle pulsioni/emozioni/sensazioni che molto spesso derivano dalle stesse azioni. E, al contrario, sono spesso le azioni a causare pulsioni/emozioni/sensazioni.
Pensiamola così.
(...)
(n.) 5
Il senso religioso? Sì, c’è.
Ed è così: c’è un intento religioso, ma non nel senso della divulgazione, tantomeno nel senso della evangelizzazione, e neanche quello della possibile o probabile ‘rappresentazione’ di un senso religioso o di una religione, nella fattispecie quella cristiana.
Le nostre azioni non vogliono essere assolutamente delle rappresentazioni, sono semplicemente azioni e quindi vita.
Il sentimento religioso va ricercato nell’identificazione fra verbo e azione. Va ricercato nell’unione di un gruppo di persone (noi) per vivere un momento condiviso di vita rituale espressa con voi attraverso le nostre azioni, quelle che metteremo in atto e per le quali voi siete qui con noi.
(...)
(n.) 7
Noi ci possiamo definire testimoni, messaggeri, porte da attraversare, preghiere in azione, liquidi da bere, cibo da mangiare, parole da dire o da scrivere. Ma non potremo mai identificarci con le figure chiamate in causa dalle scritture.
Non è quello il nostro scopo.
Le figure citate dalle scritture possono guidarci nelle azioni se in esse siamo in grado di ritrovare un sentimento.
(n.) 8
La condizione è: tempo, notte, sonno, veglia, attesa, tradimento, esecuzione, perdono, amore fisico, destino, amore spirituale e altre. Lo scopriremo strada facendo.
La condizione è un intervallo nelle nostre vite. Noi lo viviamo in comune con voi, in rito misterioso con voi. L’intervallo è sospensione di tempo, sublimazione di realtà, fisicità e spiritualità, unione nel desiderio e nel corpo.
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