Il primo seminario sulla performance si è concluso: alcune riflessioni

12 ore distribuite in 3 serate a scuola Grock sono state il primo tentativo per riflettere teoricamente e praticamente sull’i io performante e sulle possibilità della live performance.
E così siamo passati da alcuni cenni storici a tentativi pratici ed esposizione di progetti singoli. 

Nel procedere per approfondimenti e confronti con il teatro, e con l’arte dell’interpretazione teatrale Susanna ha più volte riportato il discorso più generale sull’esperienza performativa live alle esigenze e istanze formative del teatro, che necessariamente coinvolge un io narrante, un io vivente, ma che in definitiva - procedendo per necessari e virtuosi camuffamenti - protegge il proprio percorso nella descrizione di un sé narrante primitivo.


Nicole, 2017, nella performance At the present moment (April 26th) 
all is suspended in the hope of a ‘solution’di A. Syxty. Cortile dell'Orologio, Palazzo Litta, Milano (foto Angelo Redaelli)


La grossa differenza sta fra azione della performance e interpretazione del teatro.
Azione vs rappresentazione. Azione come arte relazionale, teatro come arte di intrattenimento

Due forze che agiscono principalmente con l’uso del corpo. E così fra VITA e TEATRO possiamo inserire la LIVE PERFORMANCE che supera i confini del teatro per spingersi in una zona tutta da esplorare.
Un esplorazione che ci ha portato a momenti individuali, connessi con l’identità personale e con azioni che in qualche modo hanno progettato un frammento di questa identità.

In maniera del tutto non autorizzata ho voluto dare un titolo provvisorio (in lingua italiana e in lingua inglese) alle esposizioni che abbiamo avuto modo di vedere. Susanna e io:

  1. SONO TUTTA TESTA /HEAD PIECE
  2. NON HO SONNO / SLEEPING PIECE
  3. BUIO / DARKNESS PIECE
  4. CONTRO IL MURO SCRIVO SUL MIO CORPO (OCCULTAMENTO) BODY-WRITING PIECE
  5. OSCILLATIO (Movimento periodico del mio corpo fra due posizioni estreme) / OSCILLATION PIECE
  6. NAIL TALE / NAIL PIECE
  7. UNA RAPPRESENTAZIONE DI ME /SELFPORTAIT PIECE
  8. NON SO SE TAGLIARMI I CAPELLI / HAIR PIECE

Nicole, 2017, nella performance At the present moment (April 26th) 
all is suspended in the hope of a ‘solution’di A. Syxty. Cortile dell'Orologio, Palazzo Litta, Milano (foto Angelo Redaelli)

Al termine di ogni esposizione di progetto abbiamo fatto le opportune riflessioni sull’effetto che l’esposizione ha avuto sia sull’io performante che su di noi che eravamo in quel momento ingaggiati come pubblico.
L’azione della performance ha creato per alcuni un rebound molto forte e molto simile a uno svuotamento, a un mancamento nell’io vivente nei confronti dell’io performante. Niente di grave, ma certamente una sorpresa per chi non aveva mai sperimentato questo genere di pratica artistica personale, confluita e adottata nei singoli progetti.
Preferisco parlare di progetti per la loro forma aperta e tutta ancora da sondare, con possibilità di studio e di evoluzione per ogni singola piece.

Al termine di queste 12-ore-in-3-giorni abbiamo gettato il seme per un futuro laboratorio permanente - sempre a scuola Grock - da mettere in atto nel futuro anno di corso, per quanti volessero approfondire questi temi, per quanti fossero attratti da una propria consapevolezza per la pratica della scena e del corpo, per quanti volessero mettere in atto una pratica legata alla live performance per festival, gallerie d’arte e rassegne dedicate a questo genere di pratiche in tutta Europa.

Speriamo di rivederci presto per continuare il lavoro.

E di seguito pubblicherò la testimonianza di quanti hanno partecipato al seminario


Nicole, 2017, nella performance At the present moment (April 26th) 

all is suspended in the hope of a ‘solution’di A. Syxty. Cortile dell'Orologio, Palazzo Litta, Milano (foto Angelo Redaelli)

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