Esterno/Interno relazioni e misure emotive per il performer/attore e il performer/artista.

ROOM 5 - LO SPAZIO - file 2 / Massimo + Salvatore / recorded on March 8, 2019 from 7:30 PM to 9:30 PM


Esterno/Interno relazioni e misure emotive per il performer/attore e il performer/artista.

Come mi ero promesso continuo a pensare alla possibilità concreta di un laboratorio permanente sulla performance che avrà sede a Scuola Grock nel prossimo anno didattico 2019-2020 e sarà tenuto principalmente da me e Susanna Baccari. Posso dire che ci stiamo lavorando.

Ma questo lab permanente avrà un pilot in un seminario di qualche giorno a giugno sempre a Scuola Grock di cui daremo presto le coordinate per chi volesse partecipare.


Così come pure mi ero ripromesso - in occasione della pubblicazione in questo blog - dei file video della registrazione di Rooms for Secrets di Marzo di applicarmi a qualche annotazione per un diario di bordo sugli argomenti che faranno parte di questa zona di pensiero e sperimentazione sulla performance.

2° appunto.

Il performer/attore e il performer/artista.

E allora parliamo subito dello stato emotivo e del desiderio che fanno parte di un naturale bisogno per poter pensare a quale può essere la nostra posizione nel contesto dello specifico performativo.
Si può dire che l’attore si pone naturalmente in una condizione alterata rispetto alla normalità di uno stato emotivo abituale, quello utilizzato nelle vita di tutti i giorni.


L’attore è colui il quale altera se stesso, con volontà, piacere e sacrificio. E lo fa coscientemente, utilizzando delle tecniche, dei metodi. Questa forma alterata di se stessi - a livello psicofisico e emotivo - rende quella che potremo definire la temperatura con la quale l’attore brucia, incendiando se stesso a favore di un’interpretazione.




La determinazione a entrare in uno stato ‘alterato’ è fondamentale ed è la parte più eccitante di un lavoro che solo chi fa l’attore conosce e apprezza intimamente. 
Chi guarda, chi assiste, non può conoscere dall’esterno, ma ammira e rimane incantato dalla prova e dallo stato dell’attore, a seconda dell’intensità della sua performance.



La differenza. In pochi cenni.

Il performer attore spende la sua alterità in funzione di un’interpretazione a favore di qualcosa che è sempre esterno a se stesso ed è in funzione di un pubblico. Il performer/attore si spende o spende se stesso in relazione a una serie complessa di coordinate che sono testo, movimento, interpretazione, regia.

Il performer/artista al contrario è libero da legami esterni da rispettare, e il più delle volte lavora su un nastro narrativo completamente diverso che ha a che vedere con stati emotivi che nascono dal desiderio di incarnare un’idea e non la rappresentazione dell’idea. 


Egli esprime il proprio legame con un’alterazione psicofisica e emotiva tracciata in relazione a se stesso e al mondo in cui vive.  
In questo caso possiamo dire che è sempre contemporaneo a se stesso.
Mentre il performer/attore il più delle volte è costretto a mentire sulla propria contemporaneità.

Il discorso si fa molto più complesso di quello che in queste poche righe sto appuntando, ma avremo modo di approfondire nei nostri seminari futuri.





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